Palazzo Odasi







"Sorge nella località anticamente detta quadra di posterula ed occupa un vasto isolato compreso fra via Valerio, il piano erboso che s’interpone verso l’Istituto Musicale, il primo dei tre bracci di via dei Fornari e, a valle, si sporge sul tracciato di via Budassi, in corrispondenza del vicolo detto foro di Posterula. Per quanto riguarda le vicende costruttive del palazzo, la prima fase, più antica, riguarda il nucleo che sorgeva al piano inferiore – a livello del secondo tratto di via dei Fornari – attorno a un cortile di forme trecentesche, poi trasformato nel primo ‘400, a giudicare dal disegno dei capitelli sulle colonne cilindriche in laterizio.

Che la casa in quel periodo appartenesse ai Bonaventura lo rivela nel suo testamento (1509) Ludovico Odasi che forse ne prese possesso dopo che, nel 1466, i Bonaventura si trasferirono nell’antica sede dei Montefeltro ceduta loro da Federico. Ludovico, dotto letterato, fu precettore del figlio di Federico, Guidubaldo, e poi di Francesco Maria I e fu addirittura sepolto nella chiesa di San Bernardino.È verosimile che importanti aggiornamenti siano stati apportati all’edificio circa l’ottavo decennio del secolo XV: data che ben si adatta alla posizione raggiunta dall’Odasi, intimo del duca, tanto da comparire in due famosi dipinti: Federico e Guidubaldo a lezione e la Comunione degli Apostoli, entrambi di Giusto di Gand; e bene si adatta altresì allo stile di alcune parti della casa. Il cortiletto pensile, da poco restaurato e rimesso in luce (1972), con le colonne sormontate da capitelli di modulo ionico, che nelle eleganti scalmanature sotto le volute richiamano in particolare alcuni peducci nelle sale terrene del palazzo ducale (verso il giardino pensile); e con un soffitto ligneo dipinto, a cassettoni (nel sottoportico), sicuramente databile tra il 1474 e il 1482 perché oltre i noti simboli ducali vi compare la sigla del motto augurale SEPFE (Seconda per Federicum); qui stesso, una splendida porta col fregio a palmette che si direbbe trasferita dalla Sala degli Angeli di Palazzo Ducale.

Una terza fase di sviluppo e di arricchimento si registrò al tempo del figlio di Ludovico Odasi, Giulio Cesare, cui nel 1539 Guidubaldo II confermò il titolo di conte, già del padre: le iniziali JCOIFC, ripetute negli architravi di alcuni portali superstiti significano appunto Julius Caesar Odasius Insulae Fusariae Comes del quale però non si conoscono fatti e benemerenze particolari. Sullo scorcio del secolo XVII il palazzo passò alla Confraternita di Santa Maria della Misericordia. Poi, dopo l’unità d’Italia, nel 1866, l’immobile fu acquistato dalla civica amministrazione e cominciarono i tempi grami in cui fu abbattuto il corpo dell’edificio in fregio all’attuale Via Valerio e con esso la facciata adorna di affreschi quattrocenteschi; e tutto il complesso fu rimaneggiato e smantellato. Un frammento delle pregevoli porte lignee del palazzo, di disegno gotico (secolo XV), ora conservato in Palazzo Ducale."


Da Urbino, i mattoni e le pietre, Franco Mazzini, Argalia Editore, 1982 Urbino.

Nessun commento:

Posta un commento