La “Muta” di Raffaello torna a Urbino. La sua assenza temporanea è stata dolorosa ma inevitabile, poiché era diventato ormai improrogabile intervenire per conoscere approfonditamente le ragioni del degrado del supporto (e sanarlo). L’intervento conservativo è stato eseguito presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, diretto da Marco Ciatti, dal medesimo
team di restauratori e tecnici che ha lavorato sui capolavori fiorentini di Raffaello.L’operazione ha prodotto risultati di eccezionale interesse: le indagini diagnostiche, tramite tecnologie estremamente avanzate, hanno fornito dati antecedentemente non disponibili sulle modalità e i materiali esecutivi e sulle condizioni di conservazione; la lieve pulitura – intervento di particolare delicatezza data la natura degli strati pittorici – ha portato a una nuova visione della pur così conosciuta immagine. I tratti del volto, dalle linee purissime, la raffinatezza dei dettagli, la pienezza dei volumi e delle stesure di colore riconducono con nuovo vigore alle straordinarie doti pittoriche di Raffaello.
team di restauratori e tecnici che ha lavorato sui capolavori fiorentini di Raffaello.L’operazione ha prodotto risultati di eccezionale interesse: le indagini diagnostiche, tramite tecnologie estremamente avanzate, hanno fornito dati antecedentemente non disponibili sulle modalità e i materiali esecutivi e sulle condizioni di conservazione; la lieve pulitura – intervento di particolare delicatezza data la natura degli strati pittorici – ha portato a una nuova visione della pur così conosciuta immagine. I tratti del volto, dalle linee purissime, la raffinatezza dei dettagli, la pienezza dei volumi e delle stesure di colore riconducono con nuovo vigore alle straordinarie doti pittoriche di Raffaello.
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